Quando parliamo di discriminazione di genere spesso pensiamo a vari Paesi stranieri, senza renderci conto quanto questo problema sia presente anche in Italia.
Nonostante la discriminazione basata su genere, religione, convinzione personale, etnia, handicap o tendenza sessuale, sia proibita in UE, la società e la mentalità del popolo continuano a porre dei limiti a coloro che vengono definiti i “diversi” o gli “inadeguati”. In questi anni si sta lottando per confutare queste idee e stereotipi, i quali sono molto forti in ambito lavorativo. Questi pensieri vengono “imposti” fin da piccoli, specialmente nel confronto tra bambina e bambino, dove si tende a mostrare il maschio come colui più propenso ad un’importante carriera lavorativa. Pian piano questo gender gap si sta restringendo, ma ci sono ancora occupazioni considerate poco adatte all’intelligenza femminile, come le STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria, Matematica).
“STEM-Digital Summer School”
La “STEM-Digital Summer School” è un progetto di Venti Sostenibili e di InVento Lab realizzato con il contributo del Dipartimento Pari Opportunità – Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ambito dell’ Avviso STEM2020; favorisce la discussione delle discipline STEM fin da giovanissimi, promuovendo l’empowerment femminile per colmare l’esistente gender gap nelle discipline tecnico-scientifiche. Questi programmi permettono direttamente ai giovani di crearsi il loro futuro, un futuro migliore per tutti. La scuola che ha partecipato a questo specifico percorso formativo è l‘IC Sorelle Agazzi di Milano, con classi di 2° e 3° media.
Uno dei webinar organizzati all’interno del percorso ha visto come ospite Piera Levi-Montalcini, nipote di Rita Levi-Montalcini, che ha incontrato virtualmente i partecipanti lo scorso 3 Novembre dalle 17.30 alle 18.30. Attraverso la sua testimonianza ha raccontato e dimostrato come le donne possono fare la differenza nelle STEM (VIDEO WEBINAR)
Chi era Rita Levi Montalcini
Come racconta la nipote nel corso del webinar, Rita Levi Montalcini fu un’importante neurologa, accademica, senatrice a vita e premio Nobel per la medicina, ma soprattutto fu una donna piena di volontà, che seppe cogliere le opportunità senza paura di affrontare l’ignoto. Rita nacque nel 1909 e morì nel 2012, perciò ha avuto la possibilità di vedere l’evoluzione del mondo lungo questo secolo. Ha vissuto anche tragiche esperienze come le due grandi guerre e le persecuzioni razziali, Rita riuscì a superare queste difficoltà con tenacia e costanza.
Ma come nacque il suo interesse per le scienze?
All’epoca il ruolo di una donna era quello di dover essere una brava moglie e madre, ma Rita si rese conto che voleva altro per il suo futuro. Decise di trovarsi un lavoro e di imporsi degli obiettivi da raggiungere. Studiando la malattia di due persone alla quale era legata, decise di intraprendere una carriera nell’ambito medico. Quando arrivò il momento di capire se volesse continuare con gli esperimenti in laboratorio o diventare un medico, uscirono le leggi razziali del 1939 che le impedirono di continuare il suo percorso universitario. Nonostante ciò si fece costruire un laboratorio in camera, dove poteva lavorare su cellule sulle quali si era già focalizzata, embrioni di pollo, che si trovano nelle uova.
La sua opportunità arrivò quando un ricercatore già famoso in America, Viktor Hamburger, scrisse un articolo dove sosteneva delle teorie contrarie a quelle che Rita aveva teorizzato; perciò decise a sua volta di scrivere un articolo. Hamburger lesse le sue affermazioni e la invito in America per vedere quali dei due avesse ragione. Nel 1947 Rita Levi-Montalcini andò da sola in America per affrontare una nuova vita.
Come disse sua nipote, fu il “caso della vita” che la portò al premio Nobel: “Il caso è quella cosa che ti si presenta e che non puoi programmare, perché sono eventi che devi saper cogliere e devi avere anche il coraggio di affrontare esperienze nuove, diverse e di superarle senza paura e l’idea di non farcela”.
Quando Rita vinse il premio Nobel per la medicina, tutti si aspettavano che lei dicesse di essere una razionale scienziata, invece lei affermava che era una inventiva, andava dietro all’intuito. Ha sempre avuto intuizioni positive che le diedero molto lavoro e risultati. Ottenere un risultato non è così scontato, però anche se uno arriva ad un premio Nobel, “sicuramente qualche mattone sulla strada della ricerca per sé e per gli altri ce l’ha messo” : la ricerca è fatta di collaborazione, di gente che cerca una strada, quindi non bisogna mai aver paura di aver sprecato tempo; “il tempo non è mai sprecato perché anche gli errori ci aiutano a crescere e a maturare”.
Nella sua lunga vita non ha mai smesso di lavorare e col tempo si è legata molto al ramo sociale: fu eletta senatrice a vita. Durante questo periodo si è impegnata e ha lottato per le pari opportunità: adesso le donne, grazie ai suoi sforzi e a quelli di molte altre, sono tutte desiderose di lavorare per potersi realizzare in modo diverso dai canoni di tempo fa.
Le preziose parole di Piera Levi-Montalcini per i piccoli changemaker
Piera Levi-Montalcini si laureò in ingegneria al Politecnico di Torino quando c’erano ancora solo 8 ragazze in tutto l’Istituto.
Piera racconta che non ebbe difficoltà ad affrontare un mondo prettamente maschile: non ebbe paura di togliersi da quella situazione di serenità e protezione che può dare il seguire i vecchi canoni. Grazie all’educazione ricevuta in famiglia, non ha mai pensato che ci fossero delle differenze tra uomo e donna dal punto di vista intellettuale. Una volta la differenza di occupazione tra uomo e donna era data da limitazioni fisiche, ad esempio era più difficile per una donna sollevare pesi, ma adesso siamo dotati di macchine e nel maneggiarle non c’è nessuna differenza tra le possibilità dei due sessi. Ancora oggi, per atavismo, si pensa che le donne si debbano occupare di assistenza e cura, ma quest’idea non è legata a fattori genetici o fisici, ma semplicemente a una questione di mentalità e abitudine. “È importante capire che siamo tutti sullo stesso pianeta, siamo tutti eguali, non esistono le razze, ma i razzisti.” (~Rita L. Montalcini)
Piera Levi-Montalcini ha finito il suo intervento di grande ispirazione con queste parole:
«Le ragazze devono affrontare quello che a loro piace! Tutte le mattine quando vi guardate allo specchio pensate a come vorreste vedervi vestite da grandi, come immaginate voi stesse proiettate tra un quindicina d’anni quando avrete un lavoro e\o una laurea. Se il lavoro è uno di ripiego, bisogna riuscire a cogliere un’occasione, quando si presenta, per fare quello che vi interessa. L’elasticità deve essere alla base della vostra vita e della vostra concezione di vita; non c’è niente che è dato per scontato e non c’è niente di sicuro, tutto è in evoluzione e bisogna saper cogliere, oggi più che mai. Oggi abbiamo la possibilità di comunicare con tutto il mondo, ma bisogna saper scegliere con quale mondo comunicare e per che cosa, perché ci sono delle cose positive, ma ce ne sono anche tante che fanno perdere tempo e che non aiutano a crescere».
Quest’esperienza ha portato i nostri piccoli changemaker a riflettere sul loro futuro e a capire che con coraggio, volontà, collaborazione e rispetto possono affrontare le loro difficoltà e realizzare i loro sogni.
Michael Garcia «Mi è piaciuto tanto questo incontro, è stato molto interessante conoscere la storia di una persona che ha fatto tanto per il nostro pianeta è un esempio per tutti noi. La lezione che ho imparato è di non mollare mai, non importa quali saranno le avversità che incontrerai ma come le superi che conta.»
Samuela Tamofo «L’idea che Rita Levi-Montalcini mi ha dato è quella di una persona che non si arrende alla prima difficoltà ma va avanti finchè non arriva al suo obiettivo.»
Margot Gomis, Ambassador di inVento Lab
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