Sono i giovani i protagonisti del nuovo numero di Changes Unipol, cultura ambientale e di impresa, Pnrr e scuola, sono solo alcuni dei tanti temi di attualità affrontati durante lintervista alla nostra Giulia Detomati. Temi che si intrecciano con la realtà InVento Lab e i progetti formativi dedicati alle nuove generazioni di changemakers.
L’impresa non è solo un generatore di posti di lavoro, è anche un coacervo di persone che insieme possono avere un impatto positivo su ambiente e società. Da questa idea è partita Giulia Detomati, under 40, che nel 2014 ha fondato InVento Innovation Lab, la prima B Corp italiana che si occupa di progetti di educazione sui temi dell’imprenditorialità benefit e dell’ambiente per giovani, aziende e istituzioni che vogliono far la differenza, e membro di Ashoka, l’organizzazione internazionale che da quarant’anni seleziona imprenditori sociali capaci di generare un impatto sistemico a livello globale. InVento Lab è anche partner ufficiale di BLab (ente no profit che certifica le B Corp) all’interno del programma B Corp Way per supportare le aziende nel cambiamento rigenerativo verso modelli benefit e B Corp. Da sempre appassionata di innovazione e natura si è laureata in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio al Politecnico di Milano e ha deciso di diffondere cultura sui temi dell’economia circolare, della mobilità sostenibile, della pianificazione territoriale con l’associazione Venti Sostenibili lanciata nel 2011 che ha sviluppato decine di progetti multistakeholder.
Cosa pensa del capitolo sulla cultura e sfide ambientali del Pnrr?
Se guardiamo alla specifica linea di investimento (M2C1: AGRICOLTURA SOSTENIBILE ED ECONOMIA CIRCOLARE) dedicata alla cultura e alla consapevolezza su temi e sfide ambientali, sicuramente queste opportunità possono essere interessanti per il mondo scuola – dato che vengono citati esplicitamente anche i docenti – e anche per gli asset che come InVento Lab stiamo sviluppando rispetto ad esempio alle piattaforme digitali. Sarebbe bello un investimento ancora più ingente e coraggioso in questo senso (ad oggi sono previsti 0,03 miliardi) dato il ruolo centrale della sensibilizzazione e del coinvolgimento delle comunità nel cambiamento a livello sistemico.
Cosa si potrebbe fare di più?
Sarebbe interessante una maggior integrazione tra questa linea e quella dedicata alla scuola con un investimento specifico e trasversale sulla formazione alla sostenibilità per docenti e studenti di ogni ordine e grado, come passaggio imprescindibile all’interno del percorso di studi di ogni cittadino o cittadina italiano, in accordo con quanto menzionato sulle STEM.
Il tema della formazione e della cultura ambientale fa parte dei suoi progetti. Può dirci come?
Una B-Corp aiuta le aziende a trasformare i propri modelli di business e ispira le nuove generazioni ad avere un impatto positivo. Cinque anni fa ho pensato che lavorare direttamente con gli studenti consentisse di fare un passo in più per diffondere cultura. Così nel 2017 abbiamo creato B Corp School, il primo progetto per portare i temi dell’imprenditorialità benefit e positiva nelle scuole, anche grazie a una partnership con il Ministero dell’Istruzione. Abbiamo incontrato decine di classi in questi anni. L’obiettivo è mostrare agli studenti che le aziende possono generare valore per la società. Abbiamo incontrato circa 23 mila studenti di tutte le età e alle superiori abbiamo portato avanti progetti di lavoro concreti. Oltre al lavoro in ambito education con le giovani generazioni, InVento Lab si rivolge anche alle imprese che vogliono integrare la sostenibilità nelle proprie strategie. Negli anni abbiamo sviluppato decine di progetti di formazione sui temi ambientali e diverse aziende Pmi e multinazionali (Yves Rocher Italia, Stanhome) accompagnate da noi nella transizione benefit-B Corp. Siamo inoltre partner del Master Good Business Academy con CUEIM e del programma “Master benefit e B Corp strategy: nuovi modelli di business per l’impresa” con la 24ore Business School.
Quali sono i progetti più interessanti?
Per quanto riguarda il lavoro con i ragazzi e le ragazze, mi piace ricordare l’esperienza di PedaliAmoParma, idea della Classe 2E del Liceo Classico Romagnosi di Parma. Si tratta di un’app, scaricabile gratuitamente, che fornisce agli utenti la mappa aggiornata di tutte le piste ciclabili e i percorsi tematici della città, in risposta alla sfida sulla mobilità sostenibile. La collaborazione è già attiva con Infomobility Spa Parma. Per ogni percorso sono state studiate delle partnership commerciali con le attività del territorio. In fase di implementazione del progetto si valuta la creazione di aree verdi di sosta e la collaborazione con il gruppo FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta) di Parma.
C’è il progetto della 4P del Liceo Righi di Roma che ha realizzato Eco-choice. Questa app si propone di combinare tutti i servizi di sharing di mobilità dolce e di elaborare dei percorsi personalizzati per i clienti volti a valorizzare l’immenso patrimonio culturale di Roma, integrando e consigliando punti di ristorazione a Km0 ed eco-friendly.
Il progetto di economia circolare B(u)ona così della Classe 3a B dell’ITSOS Marie Curie di Cernusco sul Naviglio (Milano). Si tratta di un servizio di vendita di succhi di frutta e centrifughe naturali e freschi attraverso delle postazioni mobili ecosostenibili da posizionare agli ingressi dei supermercati per risolvere il grosso problema dello spreco alimentare, in particolare quello relativo alla frutta e verdura che ogni giorno viene buttata dalla grande distribuzione.
E ricordo anche un altro progetto di economia circolare che si chiama B Life e si occupa di ridare vita a vecchi vestiti e acquisti sbagliati. Nel laboratorio di B Life vengono prodotti capi di abbigliamento alla moda partendo da capi scartati. L’idea è della Classe 3a B – Liceo Salvatore Quasimodo di Magenta (Milano).
Leggi l’articolo completo, siamo a pagina 52 del numero #9
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