Praticare didattica inclusiva significa adottare un vero e proprio orientamento educativo, uno stile didattico che nasce per individuare e garantire ai beneficiari le condizioni di apprendimento ottimali per appianare le difficoltà e le differenze. L’obiettivo? Mettere ogni alunno nelle condizioni di scoprire, valorizzare ed esprimere al massimo il proprio potenziale, contribuendo ad accrescere il benessere scolastico.
L’ambiente scolastico costituisce il luogo cruciale in cui bambini e ragazzi vivono moltissime esperienze sulle quali costruiscono la percezione su di sé, le relazioni con i compagni di classe e più in generale le relazioni esterne all’ambito famigliare. Saper rispettare e valorizzare le particolarità di ciascun individuo è la chiave per creare un ambiente scolastico inclusivo e aperto. Di fondamentale importanza è porre particolare attenzione alle situazioni in cui le differenze possono creare barriere all’apprendimento e alla socialità.
Ed è qui che la didattica inclusiva deve fare da facilitatore, differenziando e personalizzando le attività didattiche in modo che tutto il gruppo classe sia coinvolto. Si tratta di strategie che modificano i tradizionali metodi didattici con l’obiettivo di far percepire le diversità, non come ostacoli ma come risorse. Si dimostra dunque uno stile di insegnamento innovativo e flessibile che facilita il successo formativo di tutti gli studenti.
Ma quali sono i soggetti che necessitano l’attuazione di un metodo inclusivo? Riportiamo qui alcuni esempi:
- alunni con BES (Bisogni Educativi Speciali) Il termine è entrato formalmente nel contesto scolastico italiano con la Direttiva Ministeriale del 27/12/2015 e indica tutte quelle condizioni di difficoltà stabili o transitorie, che possono incidere sugli apprendimenti e sull’andamento scolastico. Su questo tema proponiamo la visione del nostro webinar dedicato all’ “Universal Design per studenti con BES” del Prof. Andrea Mangiatordi.
- alunni affetti da autismo;
- alunni stranieri;
- alunni disabili;
“Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l’armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un’orchestra che prova la stessa sinfonia. E se hai ereditato il piccolo triangolo che sa fare solo tin tin, o lo scacciapensieri che fa soltanto bloing bloing, la cosa importante è che lo facciano al momento giusto, il meglio possibile, che diventino un ottimo triangolo, un impeccabile scacciapensieri, e che siano fieri della qualità che il loro contributo conferisce all’insieme. Siccome il piacere dell’armonia li fa progredire tutti, alla fine anche il piccolo triangolo conoscerà la musica, forse non in maniera brillante come il primo violino, ma conoscerà la stessa musica. Il problema è che vogliono farci credere che nel mondo contino solo i primi violini“
Daniel Pennac
Con queste parole Daniel Pennac nel suo libro “Diario di scuola” descrive il concetto di classe: un luogo fatto da persone con caratteristiche e necessità diverse ma che cooperano per realizzare una splendida armonia, ogni musicista apporta così un valore aggiunto e al contempo prende consapevolezza delle proprie abilità.
Il docente ha l’arduo compito di dirigere l’orchestra: per farlo può fare affidamento ai quattro pilastri imprescindibili alla base della didattica inclusiva:
Progettare: Pianificare è di fondamentale importanza, in questo modo si evitano incidenti di percorso che rallentano la classe. Una didattica inclusiva mal pensata e improvvisata corre il rischio di creare ostacoli all’apprendimento. Bisogna considerare tutte le variabili di ogni alunno e deve essere accessibile a chiunque sia a coloro che soffrono di disabilità che di bisogni educativi speciali, ma non solo, devono essere coinvolti anche gli alunni con disagi di tipo sociale. Il successo formativo gratifica lo studente, per questo pensare in modo inclusivo in qualsiasi disciplina scolastica necessita di forme di insegnamento personalizzato multi-modale e multi-livello, poichè ogni alunno apprende a livelli e modi differenti.
Collaborare: Complementare alla pianificazione, la didattica inclusiva richiede la collaborazione di tutte le figure della comunità scuola e famiglia: sono coinvolti insegnanti di ogni materia, dirigenti, enti locali, personale scolastico genitori e gli stessi alunni, nessuno deve restare escluso dal programma poichè solo attraverso la co-partecipazione di tutti i soggetti coinvolti è possibile realizzare una metodologia adeguata.
Relazioni ed emozioni: Oltre alla parte organizzativa non possiamo dimenticare il tema relazionale ed emotivo: tra gli elementi decisivi per la creazione di un buon ambiente di classe emotivamente sicuro e prevedibile, vi è la vicinanza emotiva e la capacità di dare feedback appropriati e positivi sui passi avanti raggiunti dagli alunni. Questo tipo di clima li motiva e stimola verso obiettivi positivi ed inclusivi.
Efficacia: La didattica inclusiva è una sfida per gli insegnanti: essi devono sviluppare una ampio repertorio di strategie didattiche efficaci per ogni individuo. Ogni metodologia può essere migliorata ma prima di tutto è necessario monitorare e valutare di conseguenza le evidenze riscontrate. Per fare questo la formazione dei docenti diventa un elemento di estrema importanza: sono disponibili corsi di formazione specifici acquistabili con la Carta del Docente.
Oltre ai corsi di formazione, sono attivi diversi percorsi didattici in cui il tema dell’inclusione è posto al centro: utilizzare un approccio educativo innovativo che risponda al paradigma della Progettazione Universale, fornire strumenti, contenuti ed attività per lo sviluppo di capacità e l’aumento delle competenze digitali, sono solo alcuni dei valori chiave del progetto B Inclusive di InVento Lab, realizzato in partnership con Kidding, La Lanterna, Nativa e grazie al contributo di Assimoco nell’ambito del bando IdeeRete.
L’obbiettivo è quello di offrire l’opportunità di accedere a percorsi e laboratori rivolti a studenti e docenti, per lo sviluppo di competenze digitali e sulla sostenibilità, attraverso tre percorsi: coding e videogames, Lego Virtual e Robotica per studenti dagli 11 ai 17 anni, mentre per i docenti è previsto un laboratorio di Lego Therapy.
La tecnologia, dunque, si dimostra a supporto del docente. Ci sono diversi strumenti digitali gratuiti che possono facilmente essere integrati nella didattica scolastica di qualsiasi disciplina, ne elenchiamo alcuni:
H5P: è una piattaforma online per la creazione di contenuti multimediali e interattivi, il punto di forza è che si tratta di una risorsa open, quindi totalmente gratuita. Con H5P è possibile creare vari tipi di contenuti: video interattivi, presentazioni, quiz, immagini, grafici, memory, esercizi linguistici e molto altro. I contenuti possono essere incorporati a pagine web o corsi online. Offre una grande varietà di integrazioni con altri servizi web come ad esempio Google Classroom.
Book Creator: Questo programma permette di costruire libri multimediali, ha diverse funzionalità ed è molto semplice da utilizzare grazie all’interfaccia intuitiva e accessibile. I punti di forza? Supporta la dettatura, ha un sistema di sintesi vocale e permette l’esportazione in formato standard EPUB3, ovvero il formato di ebook che permette di avere al suo interno contenuti multimediali quali file video, audio e animazioni ad esempio, andando aldilà della semplice esperienza di lettura. Ma non finisce qui: all’interno dei libri creati si possono incorporare risorse esterne di pressochè qualunque tipologia.
ePUB editor: Si tratta di un editor online di libri digitali in formato EPUB3, che possono essere poi sfogliati con qualunque applicazione di lettura. Oltre al semplice testo è possibile inserire quiz con diversi tipi di domande: scelta multipla, vero o falso, riempi gli spazi, riordina sequenza ed associazioni. Permette inoltre di importare testo di documenti ODT, OpenDocument Text, ovvero un formato di file universale di scrittura libero e aperto, che permette un utilizzo praticamente illimitato.
edPuzzle: Ed puzzle è un sistema di creazione di videolezioni interattive, utile per aggiungere domande in corrispondenza di un punto preciso di un video e per monitorare il progresso degli studenti. Offre diversi accorgimenti per aumentare l’accessibilità dei video. Si integra con diversi LMS, Learning Management System, ovvero le piattaforme educative come Moodle e Google Classroom.
Assicurare un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti.
Obiettivo numero 4 degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030
Così recita l’Obiettivo numero 4 degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU. La didattica inclusiva vuole coinvolgere le famiglie che ogni giorno combattono con le difficoltà, semplificando e favorendo una piena accoglienza che coinvolga tutti gli alunni, questa è la chiave per costruire le fondamenta di una società sempre più inclusiva e aperta.
Per avere maggiori informazioni sul progetto B Inclusive, scrivi a [email protected]
APPROFONDIMENTI
B Inclusive – Cos’è l’Universal Design? con il Prof. Andrea Mangiatordi
B Inclusive – Strumenti didattici per applicare l’Universal Design con il Prof. Andrea Mangiatordi
B Inclusive – Costruire inclusione con il Prof. Andrea Mangiatordi
FONTI
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