Per ripercorrere le origini di questo sport (L’arrampicata sportiva un po di storia e qualche curiosità) dobbiamo andare indietro nel tempo fino agli anni ’60 (e anche un po’ di più) e aspettare fino al 1985 (Prima edizione di Sportroccia) per la prima competizione internazionale della storia.
Da allora si sono susseguite una lunga serie di gare a livello, che possono essere suddivise in 3 specialità: difficoltà (lead) – boulder – velocità (speed).
1. Difficoltà
Si gareggia su vie di arrampicata con gradi di difficoltà crescente; in arrampicata libera vanno da 0 a 9 seguiti da una lettera (a,b o c) ed ogni presa ha un punteggio progressivo a cu si assegnano i tre valori “-“ se viene solo toccata, “=“ se viene impugnata e “+” se dopo averla impugnata l’atleta raggiunge la presa successiva.
2. Boulder
Nasce negli stati Uniti intorno agli anni 40-50, dalla pratica di arrampicarsi sui massi. Lo sforzo è intenso ma di breve durata, ci si arrampica su vie basse (3-4 metri) partendo da una o due prese obbligatorie e in genere la “cima” si raggiunge dopo 4 o 5 minuti.
3. Velocità
Si arrampica su vie della stessa difficoltà, ma l’obiettivo è arrivare in cima nel minor tempo possibile.
Mentre le prime edizioni dei Campionati Italiani di arrampicata boulder e speed sono abbastanza recenti (la prima edizione risale al 2000), già dal 1985 la FASI (Federazione Arrampicata Sportiva Italiana) organizza il Campionato nazionale di arrampicata ogni due anni.
Nell’albo d’oro dei campioni che hanno vinto più titoli ci sono: Luca Cardini (7 campionati vinti) e Flavio Crespi (6) per gli uomini e Jenny Lavanda (14 campionati vinti) e Luisa Iovane (8).
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